Antonio Pastorini (1922 – 2021) nasce a Gattatico di Reggio Emilia, si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1951 e insieme ai colleghi universitari fonda nel 1947 lo Studio Cooperativo di costruzioni civili poi rinominato, nel 1952, Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Protagonista fin dal Dopoguerra, anche come amministratore pubblico, della cultura architettonica della città, ha dato vita ad una serie di edifici che hanno arricchito il tessuto urbanistico di Reggio Emilia. Opere che testimoniano ampiamente come il suo impegno professionale fosse guidato da un profondo senso civico, un’urgenza ancor prima di una vocazione, che lo portò ad avere come obiettivo la riqualificazione del tessuto urbano e la creazione di spazi di incontro orientati al miglioramento delle condizioni di vita per i cittadini.
Al fianco della sua professione, del suo impegno come architetto e come urbanista, attraversa tutta la sua vita un’altra passione: quella per l’arte, in particolar modo per la scultura. Una forte carica espressiva è ciò che emerge dalle sue opere, un’esigenza dettata dalla natura e dalle caratteristiche dei materiali: è soprattutto il togliere massa fino a scoprire la forma che lo fa approdare ai risultati più espressivi. Nella “coppia” possiamo scorgere due corpi appena abbozzati, forme che si alternano con estrema essenzialità,lasciando emergere dalla materia la sua idea di bellezza e di forma. Un’opera di intensa carica espressiva che non svela mai pienamente cosa si cela in quella materia così plasmata dall’artista: figure fatte di un inafferrabile mistero in attesa di svelarsi.